Emergenza Covid, scoppia la polemica sul trasferimento delle salme al camposanto: "C'è chi viola le regole"

TERAMO – (alessandro misson) Defunti teramani trasportati con la bara ancora aperta verso la sepoltura al cimitero, in spregio delle norme sull’emergenza sanitaria Coronavirus, così come normata da Governo, Regione e Asl di Teramo. Defunti esposti alla commemorazione dei familiari prima della benedizione in forma strettamente privata e alla sepoltura al cimitero di Cartecchio.
La segnalazione è scattata ieri direttamente al sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto (che ha assicurato controlli approfonditi), affinché tutte le imprese di pompe funebri del territorio comunale si uniformino strettamente ai nuovi dettami dell’emergenza sanitaria. Che sostanzialmente, nel dubbio, impongono alle famiglie dei defunti, ai sanitari della Asl e dunque alle imprese di pompe funebri, di trattare tutti i decessi come se fossero potenzialmente ‘infettivi’.
Il che significa che alla constatazione del decesso, il corpo del defunto viene avvolto in un lenzuolo imbevuto di disinfettante (varechina), immediatamente sistemato nella bara, che viene sigillata nella camera mortuaria dell’ospedale o presso le abitazioni dove è avvenuto il decesso, prima di procedere alla cremazione o alla sepoltura, senza passaggi intermedi. Eppure non tutte le imprese di pompe funebri cittadine sembrano rispettare i dettami.
Proprio ieri, ad esempio, sulle bacheche mortuarie di Teramo sono apparsi degli annunci di morte che indicano espressamente procedure che sarebbero vietate durante l’emergenza Coronavirus, come il trasferimento della salma in locali temporanei e l’esposizione a bara aperta. La Asl di Teramo, in osservanza delle norme stabilite dal Governo e richiamate dalla Regione Abruzzo in un’apposita ordinanza di alcuni giorni fa, tramite il responsabile della Medicina Legale, Medicina Necroscopica e Gestione del Rischio, il dottor Ercole D’Annunzio, appena l’8 Aprile ricordava con una circolare le modalità di trattamento dei defunti: “In assenza di linee guida regionali in materia funeraria per l’emergenza" Coronavirus, secondo quanto previsto dalle norme di Polizia Mortuaria del 1990, tutti i decessi di questo periodo vanno considerati come potenzialmente infettivi".
Dunque va ridotto il periodo di osservazione della salma. Il loro trasferimento dai reparti ospedalieri all’obitorio avviene tramite appositi contenitori isolati, considerando che anche il corpo di un defunto può essere potenzialmente infettivo. I medici chiamati alla constatazione del decesso al di fuori delle strutture sanitarie (ospedale, rsa, case di cura, ecc.) allontanano immediatamente i parenti del defunto e allertano il servizio necroscopico della Asl per contenere il possibile contagio. In caso di decesso di persone lungo la pubblica via, si adottano direttamente tutte le massime precauzioni considerando la salma alla stregua di un ‘infettivo’. Infine, non è consentito il trasporto della salma secondo le modalità autorizzate dalla Legge regionale 41 del 2012.